Interrogazione di Nucara al ministro della Salute sul funzionamento dell’ufficio ispettivo veterinario del porto di Gioia Tauro Quando si penalizza l’industria del tonno Interrogazione a risposta immediata dell’onorevole Francesco Nucara al Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, concernente iniziative per garantire il funzionamento dell’ufficio ispettivo veterinario del porto di Gioia Tauro, 30 giugno 2010. Al Ministro della salute Per sapere - premesso che: da notizie di stampa, poi verificate in loco, risulta che nel porto di Gioia Tauro manca l’ufficio ispettivo veterinario e che il pesce in arrivo, in particolare il tonno acquistato e utilizzato da ditte per la conservazione dello stesso, proprio in virtù della mancanza dell’ufficio che ha in carico l’ispezione di tale prodotto alimentare, deve fare il giro d’Italia per arrivare a destinazione dell’industria conserviera che è ubicata a pochi chilometri dal porto di Gioia Tauro; le industrie in Calabria non sono molte, per non dire che non esistono, e, in virtù della chiusura dell’ufficio in questione per inadeguatezza dello stesso, secondo la comunicazione dell’Unione europea, da oltre 7 mesi il porto di Gioia Tauro "sconta questo handicap". Altre questioni riguardano i raccordi ferroviari già realizzati ma inutilizzati per mancanza di autorizzazione da parte di Rete ferroviaria italiana -: quali iniziative intenda prendere il Governo per una maggiore e migliore utilizzazione di questa importante infrastruttura e, in particolare, se il Ministro interrogato non ritenga, considerato che i locali dell’ufficio ispettivo veterinario sono stati ristrutturati secondo normativa, di concedere, se fosse possibile, almeno un’autorizzazione provvisoria, dalla quale potrebbe scaturire una migliore funzionalità del porto, e maggiori benefici per le industrie conserviere del tonno, che ovviamente aumenterebbero la loro competitività sui mercati nazionali e internazionali. Ferruccio Fazio, Ministro della salute Signor Presidente, in riferimento all’interrogazione a risposta immediata riguardante il porto di Gioia Tauro riferisco i seguenti elementi di valutazione: presso il porto di Gioia Tauro è da molti anni attivo un posto di ispezione frontaliero veterinario, autorizzato dalla Commissione europea per l’attività di controllo sanitario dei prodotti di origine animale. Nel maggio 2009 il Food and veterinary office della Commissione europea (ufficio veterinario) ha effettuato una missione ispettiva per verificare il sistema del controllo delle importazioni presso questo posto di ispezione frontaliero e nel corso della missione sono state rilevate alcune carenze strutturali, che sono state riportate in un rapporto che qui citiamo della DG Sanco. Queste hanno limitato di fatto l’abilitazione del posto di ispezione frontaliero, escludendone i prodotti destinati al consumo umano e non imballati (quindi per esempio anche il tonno importato allo stato sfuso). Il Ministero della salute si è subito impegnato per la rapida soluzione del problema, insieme al posto di ispezione frontaliero di Gioia Tauro, che si è attivato per eliminare le carenze rilevate, interessando sia l’autorità portuale del porto di Gioia Tauro sia il competente ufficio del genio civile. I lavori di adeguamento della struttura ai requisiti previsti dalla normativa comunitaria hanno beneficiato dell’intervento di questo Ministero sul genio civile e tali lavori si sono conclusi l’11 maggio 2010. Lo stesso giorno (11 maggio) il Ministero ha attivato presso la Commissione europea la procedura di modifica della precedente decisione comunitaria, che stabilisce l’elenco dei posti di ispezione frontalieri europei per ottenere nuovamente l’abilitazione del posto di ispezione frontaliero ai controlli dei prodotti di origine animale non imballati. I tempi per acquisire formalmente l’abilitazione a livello comunitario dipendono dalle procedure della Commissione, che peraltro è già sollecitata da parte della rappresentanza diplomatica dell’Italia a Bruxelles. Tale rappresentanza ha infatti evidenziato le criticità economiche connesse al ritardo dell’adozione della modifica di questa decisione e messa in evidenza dall’onorevole interrogante. Da ultimo rassicuro che anche gli uffici tecnici del Ministero hanno sollecitato e continuano a sollecitare la Commissione al riguardo e io parlerò poi personalmente con il direttore della DG Sanco a riguardo. Francesco Nucara Signor Ministro, non dubito affatto delle cose che lei ha detto né che abbia interessato gli uffici della Comunità europea. Vi è un fatto però: le industrie che sono attive in particolare nel settore del tonno hanno un handicap, quindi hanno una minore competitività sul piano nazionale e internazionale. Signor Ministro, visto che è presente il Ministro Sacconi, vorrei ricordare a lei, al Presidente della Camera e al Ministro Sacconi stesso, che la Calabria ha il più alto tasso di disoccupazione generale, il più alto tasso di disoccupazione giovanile e il più alto tasso di disoccupazione femminile: per quel poco lavoro che vi è, noi cerchiamo di creare condizioni di non competitività sul piano nazionale ed internazionale. Signor Ministro, la domanda che pongo nell’interrogazione in esame, poiché mi rendo conto che sono sempre gli uffici comunitari a dover dare l’autorizzazione finale, è se fosse possibile per lei - e questa è la risposta che mi sarei aspettato - concedere un’autorizzazione provvisoria, in attesa che gli uffici competenti dell’Unione europea possano svolgere le verifiche. Infatti, secondo le mie informazioni, tutto il problema si risolve nelle superfici non lavabili dell’ambiente dove il veterinario doveva ispezionare i prodotti ittici, e nella mancanza di un lavabo, perché il veterinario, giustamente, doveva lavarsi le mani quando aveva finito. Questo è il problema. Pertanto, credo che il Ministro della salute italiana possa dare un’autorizzazione provvisoria, in attesa che gli uffici competenti dell’Unione europea possano esprimere il loro parere definitivo. Mi rivolgo all’onorevole Sacconi, in questo caso - visto che ho la fortuna di averlo di fronte - chiedendo se possa interessare il Governo, nel suo complesso, in ordine al problema dei raccordi ferroviari. Infatti, gli spedizionieri hanno le banchine a loro disposizione e pagano un prezzo per averle, tuttavia non possono essere utilizzate, perché i raccordi ferroviari non vengono autorizzati dalla Rete ferroviaria italiana. Può darsi che i raccordi ferroviari non siano a norma: si faccia una prescrizione, affinché siano messi a norma e possano essere utilizzati per distribuire meglio i lavori in un porto già sottoutilizzato di per se stesso. |